Appello ai più giovani

Mi chiedo se nessuno ha mai riflettuto su questi numeri: oltre 60 anni di dedizione alla SMALP attraverso un’associazione legalmente costituita: GLI SMALPINI. Oltre 60 anni che tanti Alpini (sono stati presenti, ai loro raduni, anche oltre 150 persone) si ritrovano ogni anno a rinfrescare, rinvigorire, rafforzare lo spirito ed il ricordo di questa Scuola e del loro tempo passato lì.
Ho incontrato alcuni di loro. Sì è vero, alcuni hanno più di 80 anni, ma lo spirito è sempre quello degli entusiasmi giovanili (anche a tavola!).

Abbiamo camminato insieme in montagna, e non ho visto fatica, non ho visto meccanicità nei loro gesti, nei loro passi; insomma non camminavano perché dovevano. Camminavano perché gli Alpini camminano ed è come respirare. E mentre camminavamo abbiamo parlato. E chi mi parlava raccontava di episodi successi e sembrava di non avere accanto i miei “nonni” (classe 1933, come mio padre naturale anche lui alpino, che però ha deciso di andarsene un po’ di tempo fa) ma un “fratello”, un mio compagno di corso, perché quei racconti sono di tutti e non hanno tempo. Eppure era la prima volta che li incontravo, ma ho parlato con loro come se li conoscessi da sempre. E magari è proprio così. In realtà loro sapevano di me, come io ho sempre saputo di loro perché la storia di ciascuno alla SMALP (SMA, per loro) è un po’ la storia di tutti. E forse è questa la magia della SMALP, o forse è altro, sicuramente più importante di condividere esperienze o raccontarsi aneddoti.

Per alcuni la Scuola è disciplina, addestramento, fatica, studio, non dormire, ordini, stellette, gradi, formalità, gerarchia… sì, certo. Ma quello che poi rimane sotto la pelle sono le esperienze vissute, la condivisione di gioie e sofferenze, gli odori, i colori, i rumori, i volti le espressioni i personaggi di un mondo che esisteva solo all’interno di quelle mura e di quei confini invisibili e che non puoi più riprodurre all’esterno né copiare né, ahimè, rivivere se non attraverso i racconti di chi ancora si ritrova.
Certo, molti di noi non la rifarebbero più quell’esperienza. C’è chi dice che era un mondo di matti, che è stato tutto inutile, che nella vita civile non serve a niente, uno spreco di tempo, di denaro dei contribuenti, e via così. Nulla da ridire, la Scuola può essere vista da diversi lati e possiede sicuramente zone d’ombra e sfumature che scivolano nell’incomprensibile.
Ma a me è piaciuta così e mi è rimasta dentro.

Ora voglio ricordare che gli iscritti a questa associazione da 50 anni, vorrebbero che qualcuno con qualche anno di meno saltasse sul carro e gradualmente prendesse in mano le redini, ma soprattutto sorreggesse questa bandiera ancora per gli anni a venire in modo da garantire la continuità dai nonni attraverso i padri fino ai figli perché questa loro creatura non si cristallizzi con la loro ultima marcia ma, figlia di cotanti padri, continui il suo percorso naturale, con nuovo sangue pulsante del loro stesso entusiasmo.
Io mi sono iscritto, ma da solo non faccio nulla. Dobbiamo essere in tanti. Lo so che può spaventare perché non è facile, con questa prestigiosa eredità, fare meglio o solo uguale.
Può essere una sfida, entusiasmante, carica di soddisfazioni ancorché di fatica. A me, ricorda qualcosa…

NOTA: In particolare, cerchiamo giovani esperti di WORDPRESS. Chiunque vanti una buona esperienza, si faccia avanti. Lasciate il vostro indirizzo mail e sarete contattati!

Nicola Croci

Autore: Nicola Croci

Proveniente dalle terre del Cap Pietro Cella e del Gen. Reverberi (Emilia R.), dopo aver frequentato il 117° AUC comandato dall'allora Cap Claudio Graziano chiedevo e mi veniva concesso di raggiungere il Btg Bassano di stanza a San Candido, prima come C.te di Plotone fucilieri e poi come Vice C.te della 74^Cp, agli ordini del Ten. Massimo Gargelli… Appassionato fin da piccolo del mondo Esercito e degli Alpini, sono orgoglioso di portare il nostro Verbo ovunque, come testimonianza di attaccamento alla Patria, alle Tradizioni, e alla nostra Cultura.

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